Sensibilità e impeto, Silvia Massarelli. Il rigore e la gioia di fare musica
“Una personalità d’eccezione: una sensibilità profonda, che coglie anche le minime indicazioni della partitura, una delicatezza impalpabile nei momenti sognanti e poi un impeto, un calore sentimentale che si riconoscono subito” questo il giudizio espresso da Sergio Sciacca su la Sicilia qualche tempo fa. Silvia Massarelli fonde con entusiasmo e dedizione il rigore concertativo e la capacità di condividere la gioia di creare musica. L’energia è la cifra interpretativa del suo modo di intendere la direzione orchestrale. Prima e unica donna a conquistare il prestigioso “Grand Prix de direction d’orchestre” al Concorso Internazionale di Besançon si è vista riconoscere altri prestigiosissimi premi, come quello della critica al Concorso Prokofiev di San Pietroburgo. Dirà lei stessa della sua passione per gli autori della grande tradizione russa. Silvia Massarelli ha studiato al Conservatorio di Musica Santa Cecilia di Roma e al Conservatoire National Supérieur de Musique de Paris, conseguendo la laurea con il massimo dei voti. Ha collaborato con musicisti di fama internazionale, tra cui Michel Dalberto, Martin Spandenberg (clarinetto solista dei Münchner Philharmoniker), Claude Delangle e Jean-Yves Fourmeau (sax solista dei Berliner Philharmoniker). Ha ricevuto inviti da prestigiose orchestre, tra cui la New York Philharmonic, il Wiener Kammer Orchester, l’Orchestre du Capitol de Toulouse e moltissime altre tra cui l’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai e l’Orchestra Filarmonica di Torino. Nel panorama musicale italiano è una interprete mai scontata.
I direttori d’orchestra donna sono una ristretta minoranza nel panorama musicale direttori d’orchestra donna sono 20 su 600. Questo fa pensare ad una carriera non facile…
“Non credo che la difficoltà di una carriera dipenda dall’essere uomo o donna. Per me la differenza in questo caso davvero non ha rilievo. E’ la qualità che fa la differenza”.
Lei ha vinto, unica donna, un premio di prestigio assoluto, Grand Prix de direction d’orchestre” al Concorso Internazionale di Besançon
“E’ vero ho vinto questo concorso che per me è stato importantissimo e avrebbe dovuto essere una un’apertura verso una situazione internazionale di un certo livello. Avrei potuto fare di più? Forse, ma a volte si fanno scelte che inevitabilmente hanno ricadute significative. Personalmente ho privilegiato una carriera che non scendesse a compromessi con logiche che per me non sono eticamente concepibili. La politica, ad esempio, nella mia visione della professione non può essere interferente. Può esser comodo, ma non è un modo di pensare che mi appartiene. Se dirigo è perché le Orchestre che mi invitano mi conoscono professionalmente e come me ricercano quella condivisione di un percorso musicale che può esser breve ma di qualità e serietà. La qualità nell’arte è importante, altrimenti ne viene snaturata. Si studia per decenni per ricercare e perseguire un ideale. Se noi tutti avessimo questa visione non esiterebbero gli spazi di compromesso che lasciano strada a espressioni che non sono di qualità. E se questo avviene il sistema ha fallito”.
Ha già diretto la OLeS…
“Sì, un paio di anni fa in un lavoro dedicato a Dante. E’ un ‘orchestra che mi è piaciuta molto, ho trovato un ambiente sereno. Abbiamo lavorato molto bene sul suono e su quello che secondo noi era l’obiettivo del compositore, e sono certa che ritroverò una collaborazione positiva e uno studio indirizzato alla qualità dell’esecuzione. Il “suono” di Bizet non tanto semplice, ma sarà il nostro piacere comune trovarlo e proporlo nella nostra esecuzione”.
Sappiamo di una sua passione per l’anima russa.
“E’ vero, a breve sarò impegnata nella prima sinfonia di Skrjabin. Nel suono russo, non so perché, mi sento molto a mio agio”.
Una giovane violinista sarà la solista di questo concerto.
“E’ fondamentale conoscersi, anche per il tempo di una prova direttore-solista. La prima cosa per un direttore, che in questo caso diventa una sorta di accompagnatore, è conoscere le idee del solista, in questo caso la giovanissima violinista che sarà con noi. Bisogna che si vada nella direzione della sua interpretazione”.
E’ molto bello quello che dice…
“E’ sempre nel mio quadro di riferimento: ricercare la qualità passa anche dal rispetto tra musicisti”.